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Affluent Society.

(o Società dell'opulenza). Termine designante la società capitalistica, priva di precedenti storici, sviluppatasi negli Stati Uniti a partire dagli anni Cinquanta e successivamente diffusasi in altre parti del mondo occidentale. L'espressione fu introdotta da J.K. Galbraith in The Affluent Society (L'economia del benessere, 1958), ma nell'attuale significato è impiegata con riferimento alla società opulenta e consumistica. L'analisi di questa società non può più basarsi sugli schemi economici classici incentrati sulla tradizionale divisione in ricchezza e povertà, intesi come possesso di beni e mancanza degli stessi: assume infatti maggior valore la distinzione tra beni e bisogni primari e beni e bisogni secondari. In tale società, infatti, la massima parte della produzione è indirizzata verso beni non essenziali, di cui l'individuo sente il bisogno solo perché condizionato da un sistema produttivo, basato su stimolazioni artificiose. Ne consegue che i bisogni del consumatore sono generati dal processo stesso di produzione, per mezzo del quale si provvede a soddisfarli. Di qui la funzione primaria assegnata alla pubblicità e alle nuove tecniche di vendita, che fanno leva su motivazioni quali l'emulazione, il prestigio sociale e tutta la simbologia dell'efficienza e dell'integrazione positiva. Pertanto, tra gli elementi costitutivi e distintivi dell'A.S. figura innanzi tutto la produzione smisurata di beni di consumo privato, che superano largamente le esigenze reali. Ad essi, infatti, fanno riscontro profonde carenze nel campo dei servizi pubblici: scuole sovraffollate, paesaggi deturpati, strade mal tenute, assistenza inadeguata, ecc. Un altro problema di importanza primaria, tipico di tale nuova società, è quello riguardante la ripartizione del potere, la tecnocrazia e i rapporti tra organi pubblici e gruppi di pressione.